Quando KAIZEN™ vuol dire medaglia olimpica. Il caso della nazionale inglese di ciclismo

Quando KAIZEN™ vuol dire medaglia olimpica. Il caso della nazionale inglese di ciclismo

Il Kaizen? Serve anche nello sport. E può valere tante medaglie: la nazionale inglese di ciclismo torna a casa dalle Olimpiadi di Rio con 6 ori, 4 argenti e 2 bronzi. Un successo clamoroso, viste soprattutto le performances inglesi non proprio brillanti delle scorse edizioni olimpiche. E forse il merito va anche a Sir Dave Brailsford, allenatore della nazionale inglese di ciclismo dal 2003 al 2014 e sostenitore dell'approccio Kaizen. Il concetto di “miglioramento continuo attraverso l’aggregazione di guadagni marginali”, teorizzato per la prima volta da Masaaki Imai nel 1986, è applicabile in non solo nel mondo industriale, ma può essere anche una carta vincente nello sport.

«Il principio è che se dividi nelle singole componenti tutto quello che concorre a fare una performance di gara ciclistica e migliori queste singole componenti anche dell’1%,  quello che otterrai sarà un miglioramento significativo quando le ricomporrai nel gesto atletico complessivo». I risultati delle bici inglesi a Rio dimostrano quindi l’efficacia del KAIZEN™ applicato allo sport. Brailsford ha elencato le “componenti” in cui si è articolato il miglioramento della squadra: «Abbiamo cercato di migliorare l’aerodinamica. Abbiamo scoperto che la polvere comprometteva la manutenzione delle biciclette, così abbiamo dipinto il pavimento di bianco, in modo da individuare eventuali impurità. Abbiamo chiesto a un chirurgo di insegnare ai nostri atleti il corretto lavaggio delle mani in modo da evitare l’insorgere di malattie. Siamo stati scrupolosi nella preparazione del cibo e abbiamo portato i nostri materassi e cuscini modo che ciascuno possa dormire nella stessa postura ogni notte. Questi piccoli miglioramenti nel loro insieme ci hanno dato un vantaggio competitivo».

L’allenatore ha inoltre spiegato che ci sono tre pilastri nell’approccio della nazionale, quelli che lui chiama «i principi del podio»: la strategia, la performance umana e il miglioramento continuo. L’importante è fare attenzione alla psicologia comportamentale e cercare di creare un ambiente in cui dare il massimo. Questo ha portato come effetto benefico un entusiasmo contagioso, che ha reso la squadra un posto positivo dove stare. E così, con le sue 12 medaglie, il ciclismo inglese ha contribuito a far raggiungere alla Gran Bretagna il secondo posto nella graduatoria olimpica, dietro agli Stati Uniti e davanti alla Cina, con 67 medaglie (27 ori, 23 argenti e 17 bronzi). Il segreto, insegna Brailsford, è proprio questo: «Dimenticare la perfezione; concentrarsi sulla progressione e aumentare i miglioramenti».

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