KAIZEN™ a 1560 metri: così il miglioramento continuo arriva nel maso

KAIZEN™ a 1560 metri: così il miglioramento continuo arriva nel maso

Andare in vacanza in un maso di alta montagna… e rimanere affascinati dall’organizzazione del lavoro e della vita. L'attitudine KAIZEN™ al miglioramento continuo arriva così anche ad altra quota. Il maso Nigglerhof, a 1560 metri d'altezza, in Alta Val Pusteria può essere annoverato tra le imprese storiche presenti nel territorio italiano perché esiste almeno dal 1500, e da allora è vissuto e costantemente migliorato dalla stessa famiglia. Il miglioramento continuo è infatti parte integrante della vita del maso, raccontano Michela e Tony l’ultima generazione dei proprietari. E nelle loro semplici parole ritrovo il significato profondo di kaizen, senza che loro conoscano nulla della filosofia giapponese. «Le risorse sono poche qui in montagna, ma se ogni anno non migliori qualcosa poi non ce la fai più.. noi abbiamo cominciato più di 20 anni fa e un passo alla volta abbiamo cominciato a trasformare il nostro maso». Scegliere di vivere in un maso impone di farsi domande anche “scomode”: cosa chiede il mercato, come posso adeguare prodotti e servizi, che investimenti devo fare, etc.

La configurazione attuale arriva da scelte coraggiose fatte ad inizio degli anni 2000, quando il maso ha cambiato profondamente la sua organizzazione, rinunciando a molte dei suoi punti di forza passati: la storica vendita del latte e l’affumicatura dello speck sono state dismesse, passandole ad altri masi vicini (in un caso è stata restaurata una sala di affumicatura originale operativa da alcuni secoli). Ecco la logica del keiretsu, aziende vicine si specializzano e si integrano per rinforzare la loro offerta sul mercato. Le energie e gli spazi recuperati sono stati investiti per specializzarsi sull’allevamento di bovini e di cervi, ai quali è stata destinata una buona parte delle proprietà boschive.

Ma è proprio l’organizzazione del sistema di raccolta fieno e gestione dell’allevamento dei bovini in alta quota che racchiude gli elementi più sorprendenti di FSL (flow, synchronization e levelling). Analizziamoli nel dettaglio.

Raccolta fieno

Un lavoro durissimo svolto su pendii ripidi che costringono spesso alla falciatura manuale. Qui l’organizzazione del giro di raccolta è fatto per ridurre al minimo i muda, grazie all’organizzazione del flusso. Il fieno seccato al sole viene disposto in file parallele dall’alto in basso per permettere il carico automatico di un camioncino appositamente attrezzato. Il lavoro di carico del camion è completamente automatico ed ogni fila è pensata per riempire un carico, in modo da evitare al camion di girarsi (operazione altmente rischiosa data la pendenza del prato) ed allo stesso tempo di perdere capacità di carico. Un vero fieno-run che ottimizza il giro logistico ed il riempimento del mezzo.

Stivaggio fieno


L’investimento tecnologico più importante è stato quello della stalla, dove dopo la riorganizzazione è in grado di lavorare un uomo solo, con una fatica molto ridotta (“quasi un gioco, non come una volta dove questo era il lavoro per gli uomini più forti” racconta Tony). Un investimento strategico per adattare il modello produttivo alle nuove condizioni di vita che non prevedono più le famiglie numerose di qualche decennio fa. Un carroponte automatico permette lo stivaggio immediato del fieno appena scaricato. La tecnologia è sempre a servizio del flusso e delle persone, una lezione importante in questo periodo di quarta rivoluzione industriale.

Layout a flusso

Per diminuire i muda di trasporto il layout è stato pensato con accesso diretto per caduta del fieno alla stalla (al piano inferiore), e grazie ad un pistone idraulico il letame finisce automaticamente nella concimaia oltre la strada, già pronto per essere facilmente caricato. Una volta realizzato questo progetto innovativo non poteva mancare la ciliegina sulla torta, a simboleggiare il rispetto profondo per gli animali allevati: la SPA per le mucche! Una specie di spazzolone rotante, simile a quello degli autolavaggi, senza alcuna funzione precisa se non quella di “coccolare” le ospiti della stalla. Tony racconta che subito era perplesso e non voleva prenderlo, ma una volta provato ha veramente capito l’importanza per i suoi animali e non ci rinuncerebbe per nulla al mondo.

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