ALF e Maria Cristina Piovesana: la fabbrica intelligente richiede lavoro intelligente

ALF e Maria Cristina Piovesana: la fabbrica intelligente richiede lavoro intelligente

 

È possibile restare artigiani adottando un processo altamente automatizzato?

La risposta è positiva e un esempio concreto si trova proprio in Italia, la patria del design del mobile, più precisamente nella provincia di Treviso in cui ha sede l’azienda che ha raccolto la sfida di restare “artigianale” pur avendo un processo di produzione automatizzato per competere sui mercati internazionali.

Si tratta di ALF Group, azienda fondata dagli anni 50 dai fratelli Piovesana, che oggi è diventata una realtà industriale di rilievo nel settore dell’arredamento.

ALF riesce a produrre mobili su misura in soli 3 giorni, mantenendo lo stesso costo dei mobili di serie. Il cliente può scegliere il colore, la forma, la dimensione e il tipo di legno da utilizzare e grazie ad un configuratore può vedere in anteprima come verrà. Una volta approvato dal cliente, il disegno viene tradotto in istruzioni dettagliate ed inviate ad un impianto che lavora su più mobili contemporaneamente. Quest’ultimo, in base alle istruzioni, sceglie i pannelli più adatti e una serie di seghe al suo interno ritagliano con precisione le tavole, tenendo conto anche delle venature del legno. Per ordinare e classificare i pannelli ad ognuno di essi viene assegnato un codice. Molta attenzione viene data agli scarti che vengono recuperati al momento giusto e riutilizzati per altre lavorazioni. In seguito, i pannelli passano ad un altro impianto che provvede alla verniciatura e successivamente si incontrano con i kit di accessori per il montaggio finale e l’imballo.

 

Come è maturata questa decisione?

Come ci ricorda Maria Cristina Piovesana, presidente del gruppo, ci sono voluti 3 anni per arrivare a questi risultati e creare una macchina che permettesse un processo automatizzato pur mantenendo la flessibilità e la creatività che contraddistinguono l’azienda. L’obiettivo era quello di continuare ad offrire un prodotto artigianale, costruito su misura dei bisogni e dei desideri del cliente migliorando la produttività.

 

Qual è il ruolo delle persone in questa trasformazione?

Per automatizzare bisogna però conoscere a fondo un processo, per questo gli operatori sono stati coinvolti nel progetto e hanno collaborato a creare un processo in grado di ridurre gli sprechi, mantenere i costi bassi e garantire un prodotto artigianale. L’occupazione è stata mantenuta e  la trasformazione è diventata un’occasione di crescita, al punto che gli stessi operatori sono diventati le persone che guidano e controllano il processo.

 “La fabbrica intelligente richiede lavoro intelligente”, ricorda Annalisa Magone, ciò vuol dire che tutti devono lavorare in modo coordinato, ed infatti a fianco degli strumenti informatici sono nate delle riunioni veloci di coordinamento, in piedi davanti ad un tabellone, per coordinare e gestire le eccezioni del giorno: dalle piante di carico fino al montaggio ed alla produzione. I principi del miglioramento continuo sono stati introdotti in azienda fin dal 2009 ed oggi evolvono con le sfide della azienda.

Procedere verso l’automazione e le nuove tecnologie, tenendo sempre al centro le “persone” e il valore per cliente: è questa la grande lezione che l’azienda trevigiana e le sue persone ci insegnano.

 

 

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