Storie dal libro Gemba Kaizen: Alf Uno. Elementi KAIZEN™ nel DNA del Nord Est

Storie dal libro Gemba Kaizen: Alf Uno. Elementi KAIZEN™ nel DNA del Nord Est

Quanto c'è già dello "spirito kaizen" nelle tante pmi che hanno fatto la fortuna del Nordest? Molto: parola di Masaaki Imai. "Le piccole e medi imprese - sottolinea infatti Imai - dovrebbero avere molte più possibilità di successo grazie alla natura della loro struttura interna e all'allineamento più veloce  in ogni area dell'azienda". Ne sono convinti anche in Alf Uno, azienda al confine tra la provincia di Treviso e quella di Pordenone, da 50 anni una realtà tra le più significative del settore dell'arredamento internale. 

"KAIZEN™ è arrivato in azienda nel 2009", racconta l'imprenditrice Maria Cristina Piovesana "e fin dall'inizio ci siamo resi conto di avere già elementi KAIZEN™ nel nostro dna: una proprietà presente e dialogante, la mancanza di una forte suddivisione tra il management e la base, l'abitudine a cercare e trovare soluzioni all'interno del contesto aziendale. Quello che mancava era prendere consapevolezza di questi valori e darsi un metodo condiviso per metterli a frutto".

 

Il ruolo chiave del team

Inizia così un percorsa che dura ancora e che si è sviluppato attono a tre pilastri ed altrettanti cantieri: il primo in produzione, il secondo legato allo sviluppo su nuovi mercati, il terzo dedicato al coinvolgimento della rete vendita esterna all'azienda. "I cantieri sono stati grandi momenti di condivisione, di contaminazione - racconta il direttore acquisti Roberto Trevisan - basati su un approccio sistematico per obiettivi precisi. Uno dei risultati più importanti è quello di riuscire ad arrivare a una condivisione dell'analisi che porti tutto il gruppo a superare la limitatezza dei singoli punti di vista". Un punto di partenza irrinunciabile per iniziare a cercare soluzioni per il miglioramento. "Un altro aspetto interessante di Kaizen", continua Trevisan "è che la ricerca delle soluzioni è affidata al team aziendale: non esistono soluzioni preconfezionate imposte dal consulente, che per sé taglia il ruolo di guida e facilitatore del confronto interno al gruppo. In questo modo si evita il copia e incolla di metodi creati in contesti diversi dal nostro e ci si allena a creare soluzioni su misura, ritagliate e modellate sulle nostre esigenze".

Il primo cantiere KAIZEN™ in Alf ha riguardato il processo definito di "Fabbrica 1" cioè la produzione dei semilavorati. "Quello che ci mancava - spiega Trevisan - era una visione d'insieme dell'intero processo produttivo. Abbiamo dunque cercato di mappare l'intero sistema, mettendo insieme le conoscenze di ciascuno, in modo da ricostruire tutto il processo". Con una mappa in mano, l'evidenziazione delle criticità e l'identificazione degli ambiti di miglioramento diventa più facile. Ci si è resi conto, per esempio, che le linee di produzione erano sviluppate come un'unica pipeline attraverso la quale passavano prodotti anche molto diversi tra loro. "Era un po' come una strada lungo la quale corrono assieme Ferrari, Apecar e mietitrebbie, senza distinzione. E abbiamo subito capito che è inutile avere una Ferrari se deve restare inchiodata dietro una mietitrebbia! Per mezzi diversi servono strade diverse". Si è dunque compreso che la presenza contestuale lungo lo stesso flusso di prodotti diversi produceva una lunga serie di rallentamenti, colli di bottiglia, intoppi. La soluzione è stata una riorganizzazione delle linee di produzione e il ridisegno del flusso attraverso una semplificazione degli oggetti e la loro frammentazione.

Con risultati evidenti: per la produzione di un pannello, il cui tempo di lavorazione totale è di circa un'ora e mezza, il tempo totale di permanenza in linea è stato dimezzato, passando tra settimane ad appena una e mezza.

Il secondo cantiere è partito con l'obiettivo di individuare nuove strade per lo sviluppo aziendale: ampliamento dei mercati, sviluppo di nuovi prodotti, innovazione. "Abbiamo fatto qualcosa che prima non era mai stato datto in maniera così approfondita: ascoltare la forza commerciale e metterla a confronto con noi produttivi". Un'occasione di condivisione di informazioni e di idee è la base per sviluppare nuovi progetti: dall'ideazione di nuovi prodotti allo sviluppo di nuove strategie commerciali più flessibili rispetto ai quantitativi minimi per finalizzare un ordine. "Abbiamo aumentato la condivisione rispetto alla pianificazione della gamma di prodotto. L'apertura di questo nuovo canale di confronto ha aumentato nei commerciali la sensibilità nel raccogliere desideri e aspettative dei clienti rispetto ai nuovi prodotti e in noi produttivi la consapevolezza che il prodotto, per incontrare le esigenze del cliente, deve rispettare nuovi standard di disponibilità, painificazione, constificazione, servizio e qualità che cambiano anno in anno".

 

Quando sono i venditori a ispirare la produzione 

Il terzo cantiere ha previsto il coinvolgimento della rete vendita. "Un esperimento molto interessante - racconta Trevisan - che si può riassumere in una parola chiave: condivisione. Abbiamo provato a ragionare assieme su che cosa può far esclamare "Wow" al cliente di Alf. Abbiamo raccolto decine e decine di suggerimenti in un momento creativo di generazione e creazione di idee. In una mattina abbiamo riempito una parete di Post-it, ognuno con uno spunto". Da quei Post-it sono nati nuovi prodotti: un armadio ad altissimo livello di personalizzazione, una linea di mobili con un sistema integrato di diffusione musicale e tanto altro. Oggi dunque i commerciali portano in giro per il mondo prodotti che sono anche il frutto delle loro idee e intuizioni: questo loro coinvolgimento diventa una potente spinta alle vendite.

"Questi tre cantieri", spiega Pivoesana "ci hanno offerto la possibilità di sviluppare interventi puntuali, ma sopratutto ci hanno aiutato a sviluppare una visione d'insieme della nostra azienda. Posso dire che io stessa ho maturato una nuova consapevolezza di quanto sia complessa una realtà come Alf e di quanto siano bravi quelli che ci lavorano. Un indubbio valore portato da KAIZEN™ è proprio questo: rendersi conto dell'insieme e dotarsi di un linguaggio comune, grazie al quale ci sia capisce immediatamente. E poi è una tecnologia semplice, senza sovrastrutture né formalismi, facile da applicare ogni giorno". L'aspetto più sfidante? "Coinvolgere le persone. Tutti lo predicano, ma KAIZEN™ ti costringe a farlo. Ed è stata questa la sfida più grande: riuscire a convincere le persone, la base aziendale. Convincere a dire la propria chi non è abituato a farsi ascoltare. Fatto questo, i frutti maturano in fretta e cresce nell'azienda il desiderio di offrire al mercato prodotti belli, ben fatti, di alta qualità, prodotti nel tempo giusto".

 

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