La coda paradossale nei supermercati

La coda paradossale nei supermercati

Nelle ultime settimane l’evolversi drammatica della crisi causata dalla pandemia per Covid-19 ha causato un iniziale panico nei consumatori che hanno letteralmente svuotato alcuni reparti dei supermercati. Successivamente la situazione si è normalizzata nel momento in cui è stato chiarito che la chiusura dei punti vendita non avrebbe riguardato i beni essenziali. Tuttavia, le misure di accesso sono state contingentate con misure di distanziamento per le eventuali code che si venissero a creare, in base alle disposizioni del Governo.

 

Secondo i dati Nielsen, dal 17 Febbraio al 15 Marzo, nonostante la spesa on line sia cresciuta del 79,8%, la spesa tradizionale off-line è cresciuta comunque del +12% rispetto allo stesso periodo 2019.

La sequenza di questi eventi ha causato code molto lunghe fuori dai principali supermercati, un fenomeno mai visto in Italia. 

 

 

Condividiamo alcune considerazioni tecniche basate sulla nostra esperienza per spiegare l’accaduto sperando che possa essere utile per un adattamento della logica dominante: andare poche volte a fare la spesa e comprare molti prodotti, per restare a casa più tempo possibile.

 

Proviamo a capire se, pur comprendendo le motivazioni emergenziali, tale problematica possa essere avere anche soluzioni differenti. Vi proponiamo un percorso di analisi  ovviamente non abbiamo potuto raccogliere i dati sul gemba(direttamente nei supermercati), partiamo da qualche esempio per semplicità. 

 

Effetto panico?

Solo in parte. In realtà fenomeni di coda simili non sono nuovi anche nel nostro paese, ricordiamo l’acquisto del nuovo I-Phone o dei biglietti di qualche evento molto popolare. Come mai si verificano?

I motivi sono principalmente due:

  1. Volontà di arrivare primi (nuovo I-Phone)
  2. Scarsità del prodotto (biglietto dell’evento ad esaurimento posti)

 

Non abbiamo mai visto code così lunghe nei supermercati perché questi motivi, per una semplice spesa, non sussistevano e tutt’oggi, finché le produzioni ed i servizi logistici essenziali sono garantiti, non sussistono. Non vogliamo certo arrivare primi degli altri a passeggiare per il centro con un sacchetto “Coop” o “Esselunga” (non è un prodotto nuovo da esibire) e non c’è un problema di scarsità: anche dopo la serrata totale dell’Italia annunciata sabato 21 marzo le aziende produttrici di generi alimentari, detersivi, carta, disinfettanti (e molte altre) sono pienamente attive.

 

Cosa succede allora? 

Crediamo che il fenomeno, o almeno una sua gran parte, sia riconducibile ad un tema di miglioramento dei flussi in azienda: il cosiddetto livellamento.

 

Nel Total Flow Management (derivato dal Toyota Production System) livellamento vuol dire fare un prodotto (o, come in questo caso, erogare un servizio) secondo cicli temporali di durata costante (modalità chiamata anche EPEI – Every Product Every Interval). L’EPEI è un numero che ci dice il tempo ciclo necessario per ripetere/produrre tutte le referenze di “prodotto/servizio”. 

 

Ecco un semplice modello teorico per comprendere al meglio il ragionamento:

  1. La risorsa impegnata nel processo è in questo caso un supermercato (considerando il tempo in cassa come risorsa critica o pacemaker del processo): 1 cassa con 1 operatore 480 minuti di apertura.
  2. Il tempo ciclo per passare in cassa 1 singolo articolo (i dati sono ovviamente esemplificativi, non reali): ipotesi 1 articolo / minuto.
  3. Il numero di articoli per spesa media (copertura 1 giorno di fabbisogno familiare): ipotesi 10 articoli
  4. Assumiamo anche che la quantità di prodotti acquistabili sia infinita – in realtà non è vero ma ne parliamo in un prossimo articolo.

 

Impostato così il modello, la capacità di servizio del supermercato è 480/10 = 48 spese al giorno per 48 famiglie che fanno la spesa ogni giorno. Indice EPEI 1 giorno.

Il tempo di attraversamento o Lead Time di ogni famiglia è 10 minuti al giorno (ribadisco che consideriamo solo il tempo cassa per semplificare il modello), assumendo di non trovare coda alle casse (sincronizzazione perfetta). Se trovassimo una concentrazione del 10% delle famiglie presenti nello stesso momento alla cassa (cioè 4,8 famiglie ovviamente arrotondiamo a 5) il tempo di attesa diventa di 50 minuti E questa era la nostra esperienza quotidiana fino a qualche settimana fa. 

 

Focalizziamoci ora sul tempo di attraversamento del processo o Lead Time perché è il tempo di possibile esposizione al COVID19.

Cosa succederebbe se fosse imposto di andare una volta ogni 10 giorni a fare la spesa? La spesa deve passare da 10 a 100 articoli, ed il tempo di attraversamento della singola spesa da 10 a 100 minuti. La capacità del supermercato passa da 48 famiglie giorno a 4,8 (arrotondiamo sempre a 5). Indice EPEI 10 giorni.

La stessa concentrazione del 10% delle famiglie (4,8) porta a 480 minuti di attesa. Ed ecco la CODA! 

 

 

Si potrebbe obiettare che passare 10’ al giorno per 10 giorni o 100’ ogni 10 giorni è equivalente come esposizione al COVID19, ma qui entra il secondo effetto. Il cosiddetto imprevisto previsto: l’errore nella previsione. È ormai noto che esiste una forte correlazione inversa tra la precisione di una previsione e la lontananza nel tempo: più lontana meno precisa.

 

Domanda: quanti di noi sono in grado di pianificare la necessità alimentare dei prossimi 10 giorni?

Risposta: nessuno, ecco la verità.

 

Mentre nel modello spesa giornaliera se dimentico qualcosa lo compro domani, nel modello a 10 giorni potrei non poter aspettare il prossimo “slot” (esempio la carta igienica) e quindi tornare in coda prima. Ecco il pericoloso effetto collaterale! Che sta generando anche molti sprechi alimentari.

Se si torna a comprare prima dei 10 giorni la coda sarà lunghissima (come visto prima) per comprare pochi articoli: tecnicamente lead-time lungo per un tempo ciclo (a valore) corto e basso indice di flusso (altro indice tecnico che fa il rapporto tra le 2 grandezze precedenti). Il tipico effetto urgenza e gestione delle priorità che troviamo nelle produzioni non ancora organizzate con sistema pull (tirato dalla domanda reale). In definitiva ogni ritorno al supermercato anticipato aumenta vertiginosamente il tempo di possibile esposizione a COVID19. Maggiore è l’obiettivo di autonomia dato dal Governo (EPEI) maggiore il rischio dell’effetto opposto (contagio da lead-time): fare la spesa una volta al mese sarebbe molto peggio che farla una volta a settimana per il numero di potenziali ritorni anticipati dovuti alla sempre maggior approssimazione del modello previsionale. 

 

A questo punto si rendono necessarie misure di mitigazione delle concentrazioni per non cadere nell’effetto paradossale di aumentare la coda volendo ridurla.

Alcune potrebbero essere, qualche catena nella GDO lo sta facendo :

  1. Consegna della spesa a domicilio
  2. Spesa prenotata e ritirabile al punto vendita (drive in)
  3. Prenotazione dell’orario di entrata al punto vendita, soprattutto per le persone anziane.
  4. Separazione dei flussi scatolame rispetto frutta e verdura
  5. Minimizzazione del percorso alle sole corsie interessate dalla lista spesa
  6. Informazioni sulle code dei punti vendita attraverso il contributo degli utenti in coda sul modello Waze!, un esempio https://codaliscia.live/

 

N.B. abbiamo dovuto semplificare il modello non potendo tenere in considerazione di tutta una serie ulteriore di variabili come casse automatiche ovvero velocità dell’operatore. Altri ne potrebbero emergere se aggiungessimo altre risorse finite come i beni o gli spazi.

 

Articolo Scritto con il prezioso contributo di Bruno Fabiano e Ivan Russo

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