Valuta, mira, correggi e fai centro. Quando il tiro con l'arco ragiona in chiave Kaizen

Valuta, mira, correggi e fai centro. Quando il tiro con l'arco ragiona in chiave KAIZEN™

«Valuta, mira, correggi e vedrai che i tuoi obiettivi presto diventeranno più chiari che mai. Carica, rilascia, valuta il risultato e ripeti per perfezionare il tiro. Potrai realizzare qualsiasi progetto, se sei abbastanza disciplinato. Con il tempo imparerai anche a rilassarti e la fatica iniziale diventa divertimento». Il tiro con l’arco è una metafora perfetta per vivere il processo di miglioramento continuo. Chi ha già tirato con l’arco sa che il risultato è influenzato dall’apprendimento nel tiro precedente: una volta tesa la corda fino a sfiorare le labbra, sempre nella stesso punto, appena si inquadra il bersaglio al culmine del movimento scocca la freccia.

Adesso si valuta il risultato e si corregge l’errore con microaggiustamenti della postura. Ma la correzione è efficace solo se abbiamo “fotografato” la postura precedente e siamo in grado di ricrearla: i piedi, le spalle, un occhio chiuso. La corda a sfiorare le labbra, sempre nello stesso punto. La postura con i suoi riferimenti oggettivi è lo “standard” ed il processo  che abbiamo appena descritto e’ proprio il processo di miglioramento continuo: Kaizen.

Questo è il ragionamento sviluppato con i ragazzi di «Orme nel Parco» (l’area verde eco-esperienziale di Zagarise, la prima del genere in Calabria) durante una sessione di tiro con l’arco da Bruno Fabiano (cofounder di Kaizen Institute Italia) e proseguito con alcuni post sui social. Così un approccio nato per rivolgersi all’industria trova le sue radici nello sport e la sua proiezione in una metafora di vita. Solo davanti al bersaglio, carica, rilascia, valuta il risultato. E poi ripeti, per fare sempre meglio. Concentrati sul bersaglio, lascia da parte le interferenze. Con la disciplina, qualsiasi traguardo si può raggiungere se sei disposto ad apprendere dagli errori (Hansei in giapponese). Un traguardo che abbia valore per noi, che ci dia la forza di andare oltre.

Fortunatamente c’è un metodo, una tecnologia ripetibile per applicarlo con continuità: è il ciclo di Deming, chiamato anche ciclo di PDCA (plan–do–check–act). Un modello di pensiero che persegue la massima qualità attraverso il miglioramento continuo dei processi partendo da quello che c’è (qui ed ora). Il modello si basa su quattro passi che sono ciclicamente in interazione tra loro: plan, ovvero la pianificazione; do, cioè l’esecuzione; check, la fase di controllo, studio e ricerca; act, l’azione per estendere ciò che prima si è testato in un contesto circoscritto.

Il ciclo PDCA è stato ideato dall’ingegnere statunitense W. Edwards Deming, inviato  in Giappone negli anni Cinquanta nell’ambito del piano Marshall. Oggi in Giappone il personaggio di Deming è ancora quasi venerato ed il Deming Prize è uno dei premi più ambiti in ambito industriale. Il suo “ciclo” è diventato un metodo collaudato che è possibile applicare in diverse situazioni e in molteplici campi, dallo sviluppo personale a quello di una squadra, dalla soluzione dei problemi alla gestione dei progetti, dallo sviluppo di nuovi prodotti ai controlli sugli stessi. Nello sport, come nella vita, si traduce nella sfida di imparare dagli errori. Valuta, tira, correggi, ritira. E fai centro.

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